Donatore over 60 (70) : si puo fare ma....

In un'era trapiantologica dove l'eta'  media dei pazienti si alza , è naturale osservare un incremento dell'eta' dei donatori familiari. Anderlini riflette su problema con un articolo dal titolo provocatorio : i sessantenni soni i nuovi quarantenni ? Pone 10 domande di rilevante aspetto clinico e pratico a cui cerca di dare risposta , nell'intento piu' di sollevare il problema che di dettare linee guida .

Anderlini P : Sixty as the new forty: considerations on older related stem cell donors.Bone Marrow Transplant. 2017 Jan;52(1):15-19. doi: 10.1038/bmt.2016.201. Epub 2016 Aug 8.

Il dato inequivocabile del'incremento dell'eta' dei pazienti (22% di ultrasessantenni nel lustro 2007-2013 , raddoppiati rispetto al lustro precedente- fonte  CIBMTR - Center for International Blood and Marrow Transplant Research-  ) e dell'incremento dell'eta' dei donatori familiari ( 15% di donatori ultrasessanetenni , e 8% di donatori ultrasessantacinquenni , dati acquisti da uno studio prospettico che ha arruolato nelgli USA 1680 donatori familiari nel periodo 2010-2014 -The Relatde Donor Safety Study-) pongono le basi del lavoro di Anderlini. I quesiti posti sono:

1) Quale è l'eta' dei donatori familiari oggigiorno?

2) Quando  un donatore di cellule staminali diventa anziano ?

3) E' nececessario definire un limite superiore di eta' per un donatore familiare ?

4) I donatori anziani mobilizzano peggio  ? e se si',  perchè ? 

5) I donatori anziani di cellule staminali sono 'normali' dal punto di vista ematologico ?

6) I donatori anziani presentano un maggior numero di comorbidita'. Vi è un impatto sull donazione ? e se si', quale ?

7) Come è tollerata la donazione dai donatori anziani ?

8) Alcuni donatori anziani potrebbere esere sopravvissuti ad un cancro. Con che impatto sulla donazione?

9) Se il donatore è anziano e presenta multiple e/o importanti comorbidita', a chi spetterebbe ( o meglio non spetterebbe) la formulazione del giudizio di idoneita' ?

10) Un donatore non correlarato giovane (per esempio con  eta'< 30 anni) potrebbe essere una alternativa preferibile ?

Gli spunti interessanti sono molteplici. Intanto non è piu' cosi eccezionale vedere donatori ultrasettantenni (2% =28 casi nel Related Donor  Safety Study). Mentre nei registri dei donatori non correlati il limite dei 60 anni è universalmente riconosciuto, nell'ambito del donatore familiare nulla è realmente codificato. Il mondo trapiantologico è abbastanza concorde nel ritenere l'eta' un criterio insufficiente per definire o meno l'idoneita' di un donatore anziano. La mobilizzazione di cellule  staminali periferiche è ridotta in questa fascia di eta', ma il target sufficiente per un trapianto allogenico è raggiunto nell maggioranza dei casi (talora con l'aggiunta del plerixafor al GCSF) . Interessante è il capitolo dedicato alla normalita' dei donatori anziani dal punto di vista ematologico. I dati sulla presenza di mutazioni somatiche in geni correlati a neoplasie ematologiche  sono impressionanti (5,6% dei soggetti fra 60 e 69 anni e 9,5% nella fascia fra 70 e 79 anni) , ma non ci sono evidenze che tale fatto ponga a rischio i riceventi di tali prodotti. Il noto accorciamento dei telomeri delle cellule staminali con l'eta' va tenuto in conto con donatori ultrasettantenni (possibile insorgenza di citopenie tardive o graft faiure) . La presenza di una MGUS nella maggioranza dei casi è evidenziata nel work up pre donazione, anche se non è mai stato pubblicato che cellule staminali di un donatore con MGUS pongano il ricevente a maggior rischio di sviluppare una gammopatia monoclonale. Molto interessante è invece il dato sull'incidenza della linfocitosi monoclonale a cellule B (MBL) : 8,1%nell'eta' compresa fra 55 e 64 anni e 10.7% in eta' superiore ai 65 anni secondo uno studio condotto su donatori di sangue. Il rischio di evoluzione neoplastica (CLL) sembra ristretto ai soggetti con piu' di 500 linfociti monoclonali x mm^3 , ma le comuni indagini del work up pre donazione potrebbero essere insufficienti per diagnosticare questa condizione.

Viene quindi sottolineato come soprattutto nel donatore familiare anziano  la valutazione della idoneita' non dovrebbe essere affidata ai medici che hanno in carico il paziente, e questo è un punto che gia' il Gitmo e il SIMTI hanno affrontato nel 2013.

Infine l'eterno dilemma della scelta far un donatore familiare anziano e un donatore non correlato giovane : i dati della letteratura sono contrastanti e non permettono una risposta definita. Il buon senso ci dice che forse un donatore non correlato giovane sia preferibile ad  familiare ultrasettantenne ...

Il donatore anziano èuna eventualita' in cui tutti possono imbattersi. L'eta' non è di per se' squalificante, ma l'accurata analisi rischio/benficio   per il paziente e il donatore è fondamentale in questo campo .