Mantenere l'efficacia e ridurre la tossicità: regimi di condizionamento nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche basati su tecniche di irradiazione tradizionali e moderne

L’articolo ci aiuterà a comprendere i recenti progressi dei trattamenti radioterapici per i pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT). Saranno messi in evidenza i vantaggi delle nuove tecniche di trattamento, a beneficio della riduzione degli effetti collaterali e un maggiore controllo della dose di radiazioni.

Irene Dogliotti, Mario Levis, Aurora Martin et al., Maintain Efficacy and Spare Toxicity: Traditional and New Radiation-Based Conditioning Regimens in Hematopoietic Stem Cell Transplantation, Cancers (2024), Feb 21;16(5):865. doi: 10.3390/cancers16050865

 

Questa dettagliata revisione si concentra sugli avanzamenti delle tecniche di condizionamento con radiazioni ionizzanti utilizzate nel trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, esplorando in modo critico l'irradiazione corporea totale (TBI) tradizionale e i protocolli emergenti di irradiazione del midollo (TMI) e dei linfonodi (TMLI). L'articolo descrive come la TBI sia stata affinata grazie ai progressi tecnologici in radioterapia, risultando in trattamenti più mirati e con minori effetti collaterali.

Un esame approfondito è stato condotto sui recenti studi e trial clinici per valutare l'efficacia e la tossicità della tradizionale TBI in confronto con le metodologie innovative TMI e TMLI. Quest'ultime sono state ideate per limitare gli effetti collaterali delle radiazioni, concentrandole specificatamente sul midollo osseo e sui tessuti linfoidi, proteggendo così i tessuti sani da esposizioni non necessarie.

La TBI si è dimostrata validamente efficace nel controllo delle malattie ematologiche; tuttavia, i suoi effetti collaterali sono significativi. L'analisi rivela come TMI e TMLI offrano un controllo più accurato del dosaggio radiante e riducano notevolmente la tossicità a lungo termine rispetto alla TBI. Questi metodi preservano l'efficacia antitumorale minimizzando gli effetti collaterali severi associati in passato alla TBI. È cruciale riconoscere che le innovazioni nelle tecniche radioterapiche come l'IMRT (Radioterapia ad Intensità Modulata) e la VMAT (Arco Terapia Volumetrica Modulata) hanno agevolato lo sviluppo di questi approcci focalizzati. TMI e TMLI consentono infatti di focalizzare le radiazioni con maggiore precisione, minimizzando l'impatto sui tessuti sani.

I confronti tra TBI e le metodologie più recenti TMI e TMLI evidenziano una minore incidenza di tossicità sia acuta che tardiva. Ad esempio, la polmonite radiogena e altre complicanze specifiche d'organo, come la disfunzione tiroidea e i disturbi gastrointestinali, si verificano meno frequentemente con TMI/TMLI rispetto al tradizionale TBI. La capacità di TMI e TMLI di restringere la distribuzione radiante agli organi bersaglio ha reso possibile una distribuzione del dosaggio più uniforme, garantendo la salvaguardia dei tessuti non colpiti. Questi trattamenti, insieme alle tecnologie all'avanguardia, permettono di effettuare aggiustamenti in tempo reale per adattarsi ai movimenti del paziente o ai cambiamenti dell'anatomia durante il trattamento, incrementando ancora di più la sicurezza e l'efficacia della somministrazione delle radiazioni.

I risultati emergenti dagli studi recenti stanno preparando il terreno per un potenziale cambiamento nelle pratiche cliniche, sostituendo forse la TBI con TMI o TMLI in certe popolazioni di pazienti. Queste tecniche avanzate, grazie alla loro precisione, si prestano a un insieme più ampio di pazienti, inclusi quelli di età avanzata o con comorbidità, rendendo così il trapianto più accessibile rispetto a quanto permesso dai protocolli di condizionamento classici. La revisione sottolinea che i pazienti trattati con TMI o TMLI mostrano una gestione del controllo della malattia paragonabile o migliore, con un miglioramento significativo nel profilo di sicurezza. Ad esempio, la frequenza di GVHD e la mortalità non relativa alla recidiva si presentano uguali o inferiori rispetto ai pazienti trattati con TBI. Il profilo ridotto di effetti collaterali promette anche un potenziale miglioramento nella qualità della vita dei pazienti trapiantati, un aspetto fondamentale per una gestione ottimale dei tumori ematologici.

  • A cura di
    Patrizia Cornacchione, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma, CIC 307.1 in collaborazione con Marco Cioce
  • Pubblicato
    13 Maggio 2024